[1]

Baby Birba

Baby Birba è una cooperativa sociale fondata nel 2009 da 6 socie. L’attività di asilo nido esisteva già dal 2004 sotto forma di Srl: quando la titolare decise di vendere l’attività per debiti crescenti dovuti a mala gestio, le 4 dipendenti insieme ad altre educatrici hanno pensato di associarsi in una cooperativa per salvare il proprio posto di lavoro. “Temevano che l’asilo potesse venire acquisito da una delle grandi cooperative del territorio, caratterizzate da una forte sproporzione fra corpo associativo e dipendenti”. Nel progetto inizialmente fu coinvolta anche la precedente titolare come socia, prima di lasciare la cooperativa dopo aver constatato la bontà dell’avvio.

A coadiuvare le socie della cooperativa è intervenuta fin da subito Confcooperative. Su invito della centrale cooperativa nel progetto venne coinvolta anche la mia interlocutrice, Marika Merloni, sorella di una delle ex dipendenti, con competenze specifiche nell’area amministrativa. Il coinvolgimento di nuovo personale con competenze specifiche nell’area amministrativa avrebbe consentito alla cooperativa di non ripetere gli errori commessi nella gestione precedente: “La cooperativa sociale è nata nel 2009 versando un capitale sociale di 1.500 euro a testa. Acquistammo il ramo d’azienda e abbiamo continuato ad affittato l’edificio concesso in comodato d’uso da privato”.

Con l’aiuto di Confcooperative hanno ricevuto un mutuo finanziato da Coperfidi per rimediare ai debiti pregressi. Il passaggio ha responsabilizzato le educatrici. I primi anni sono stati molto intensi, perché le socie hanno dovuto colmare le lacune precedenti, ma siccome l’attività era riconosciuta sul territorio non hanno dovuto far altro che valorizzare le competenze acquisite negli anni precedenti. I risultati non hanno tardato a palesarsi: “Nel 2009 c’erano 32 bambini, oggi sono 54. Con pochissimi interventi siamo riusciti ad attirare più bambini e famiglie”.

Dal punto di vista organizzativo, la cooperativa ha scelto di trasformare tutte le dipendenti in socie (ora sono in 13). In tredici anni di attività le cose sono sempre andate meglio, al netto della pandemia. A differenza di altre realtà produttive, il rincaro dei costi energetici non ha impattato eccessivamente sui bilanci della cooperativa: “Ci sono prodotti come pannolini, guanti, ecc. che sono aumentati non poco. I costi delle utenze hanno inciso, ma non siamo un’azienda in sofferenza per questo. Nel 2020 siamo stati 3 mesi chiusi senza ricevere le rette delle famiglie. Dopo siamo riusciti ad avere un buon esercizio nel 2020 grazie agli aiuti di stato. Nel 2021 abbiamo dovuto attraversare un altro mese di chiusura, abbiamo cercato di non andare in cassa integrazione e abbiamo subito perdite per questa ragione (alle scuole purtroppo non ha pensato più nessuno). Nel 2021 abbiamo registrato una lieve perdita, ma abbiamo le riserve per attutirle. Noi dobbiamo competere con gli asili comunali che sono quasi gratuiti, quindi dobbiamo valorizzare al meglio la qualità del nostro lavoro. Siamo molto contente e soddisfatte del nostro lavoro: non diventeremo mai ricche, ma essere riconosciute per il nostro lavoro ci gratifica molto. I turni ce li facciamo noi su misura in base alle nostre esigenze familiari. Tutte abbiamo queste opportunità”.